giovedì 23 luglio 2009

Il mio amico Carolino. Una storia vera, una storia nera

Questa è una storia vera e come tutte le storie vere parla di dolore, morte e disperazione. Un po' come i Teletubbies ma senza pubblicità.


Ieri sera avevo il cesso di casa intasato e così sono andato a fare un giro al mare. A un certo punto ho incontrato il mio amico Carolino che non vedevo da qualche tempo, in quanto abitante in località Castel Fuffo e quindi poco presente da queste parti. "Cosa ti porta in Romagna?", domando curioso.
"Mah, niete di che, stamane sono stato al funerale di mia zia", risponde lui.
"Ah, mi dispiace"
"A me no, insomma, aveva 91 anni, era ora che crepasse".
Ho pensato che il pensiero di Carolino fosse insensibile e maleducato. Ho pensato che, anche se non si prova dispiacere per chi è appena morto, bisogna almeno rispettare il dolore di chi è rimasto in vita a compiangerlo. Così gliel'ho detto. Poi ho anche pensato che la frase "Era ora che crepasse" avrebbe fatto una fantastica figura incisa in grande sulla lapide, ma questo non l'ho detto. Comunque, Carolino suona il pianoforte. Intendiamoci, non lo fa di lavoro, non è neanche particolarmente bravo, ha studiato qualche anno da piccolo, insomma, fa abbastanza schifo. Questo lo sanno più o meno tutti tranne i suoi familiari. In particolare sua nonna: lo ha visto a 11 anni al saggio delle medie e, come tutte le nonne che si rispettino, si è convinta che il nipote sia il più grande pianista d' Italia, alla pari di Gianni Morandi (che, sempre secondo la nonna, suona il piano). E' successo, insomma, che questa mattina, prima dell'inizio del rito funebre, è venuto a mancare l'organista (nel senso che non si trovava) e allora tutti i familiari, capeggiati dalla nonna, hanno insistito perchè il povero Carolino si mettesse al piano. "Suona due note - implorava la mamma - solo per dare ufficialmente inizio alla funzione"
"Non credo che la zia ci tenga particolarmente, mamma, e poi, cosa dovrei suonare?"
"Ci sono lì i libretti della Zione Catolica - consigliava la cugina venuta da Parma - suvvia, sei così bravo te..."
Carolino, titubante, si è messo seduto di fronte al piano (che in realtà era un organo), ma, essendo lui una pippa, non riusciva bene a leggere gli spariti della Zione Catolica e così, quando ormai tutti erano raccolti e pronti a soffrire, si è rivolto al fratello per un ultimo consiglio:
"Allora?? Cosa dovrei mai suonare?"
"Ma chenneso' - fa il fratello - suona quello che vuoi basta che sia cupo, tetro, che rimandi al tema della morte. Smetti di rompere il cazzo che sto' pensando ad Eto'o"

E fu così che il mio amico Carolino, in chiesa, in occasione del funerale di sua zia, si lancio' in una commovente versione della colonna sonora dell' Impero Colpisce Ancora.

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